Oggi 25 giugno, si festeggia in tutto il Mozambico il Dia da Indipendência Nacional.

Il Mozambico faceva parte, con Angola, Guinea Bissau e Capo Verde, delle colonie appartenenti al Portogallo. I governi fascisti portoghesi di Antonio Salazar e Marcelo Caetano continuavano a sfruttare i territori colonizzati anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, favorendo così la creazione di movimenti nazionalisti africani pronti a combattere per la propria indipendenza. Sul principio degli anni ’60 nacque in Mozambico il Frelimo (Frente de Libertaçao Nacional), che fu nel decennio successivo il principale antagonista del governo oppressore portoghese.

Dopo anni di sanguinosa guerra, in seguito alla Rivoluzione dei Garofani del 1974 che causò la caduta del regime di Caetano e la successiva ritirata del Portogallo dall’Africa, Frelimo proclama il 25 giugno 1975 l’indipendenza del paese e ne assume la guida. Il Mozambico torna dunque ai mozambicani ma…

A luta continùa…

Ad oltre 40 anni dall’indipendenza, il Mozambico è ancora alla ricerca di una prospettiva di sviluppo che affranchi la metà della popolazione da condizioni di estrema povertà. E questa prospettiva mal si concilia con politiche – che di fatto gettano i contadini in condizioni ancora peggiori – di cui è un esempio, tra i tanti riconducibili al land grabbing, il programma ProSavana.

Di che cosa si tratta? Da anni colossi agro-industriali come Mozaco, Agromoz, Matharia, Green Resources e Aviam seguitano ad accaparrarsi suolo fertile tra la provincia di Nampula e quella di Zambesia, in accordo con il governo di Maputo.

Nel 2009 i governi del Brasile, del Giappone e del Mozambico hanno sottoscritto un programma d’azione, il ProSavana, che è stato avviato nel 2011. Il programma prevede investimenti per introdurre in Mozambico il modello fazenda (come nel cerrado, la savana del Brasile) in una fascia che copre 11 milioni di ettari di terra in 19 distretti nelle province di Zambesia, Nampula e Niassa.

Nel giugno 2014 contadini, missionari e attivisti hanno dato vita a un movimento di opposizione – in cui appare decisiva la partecipazione femminile tramite Forum Mulher e Marcha Mundial das Mulheres Moçambique – con l’obiettivo di resistere all’avanzamento di quell’investimento che, denunciano, sottrae la terra ai contadini in cambio di un lavoro a cottimo nelle grandi piantagioni di soia e girasoli.

E’ per fare il punto della situazione che gli attivisti dei tre Paesi e tutti gli aderenti alla Campagna Nao ao ProSavana si vedranno il 18 novembre prossimo a Tokyo dove è in agenda una Triangular Peoples Conference.

Questa conferenza intende essere un’occasione di confronto sulle tecniche di land grabbing e di consolidamento della resistenza dal basso, con attivisti brasiliani e giapponesi in prima linea.