DSC00685Una testimonianza di Paola Bresciani, responsabile amministrativa del CAM a Trento, dalla sua recente missione a Caia.

Ritorno in Mozambico dopo quasi 6 anni dalla mia precedente missione, avvenuta tra novembre e dicembre 2008. Sono molti i pensieri che affollano la mia mente, mentre guardo distrattamente il panorama dal finestrino del piccolo aereo che da Johannesburg mi porta a Beira: l’emozione del ritorno, la voglia di approfondire la conoscenza dei progetti per cui lavoro da tanto tempo, la volontà di creare un piccolo legame con i nuovi colleghi, locali ed espatriati, la curiosità di vedere cosa è cambiato da allora…

Già una cosa mi balza all’occhio dall’aereo che si appresta ad atterrare: adesso che la stagione delle piogge sta terminando il panorama è verdissimo e c’è molta acqua; un panorama così diverso da quello che mi ricordavo dalla scorsa volta quando, al termine della stagione secca, tutto era brullo e i colori predominanti erano il giallo ocra e il marrone.

Il verde del panorama mi accompagna per tutte le tre settimane della mia missione, sulla strada che da Beira mi porta a Caia, e più tardi verso Murraça e Sena, dove visito la scuola di agraria, l’azienda agricola e la banca di microcredito.

Caia la ritrovo familiare ma nello stesso tempo anche cambiata: stesse strade polverose (ahimè con molte buche, che ci obbligano a guidare piano piano), stessi visi sorridenti… ma anche più vivace. Noto subito delle mandrie di bovini pascolare nel “mato” vicino, dei trattori passare sulla strada nei pressi della sede del CAM, dei negozi e delle bancarelle che prima non c’erano. E poi il grande ponte sul fiume Zambesi, la scorsa volta in costruzione, che visto da vicino sembra ancora più imponente.

P1050747Mi concentro sul mio lavoro nell’ufficio di Caia e vedo che c’è ancora molto da fare, ma che siamo sulla strada giusta.
Penso che questo sia il momento più delicato dell’intero percorso di quindici anni del CAM: è ora che bisogna concentrare gli sforzi, fare tutto il possibile perché il lavoro fatto fino adesso non vada perduto, fare in modo che il nostro personale locale possa tra un paio di anni prendere con sicurezza le redini del progetto e portarlo avanti in autonomia.
Già molte persone sono cresciute e i frutti del lavoro fatto mi sono ben visibili.
Manca davvero poco, ma bisogna lavorare sodo affinché questo passaggio importante avvenga in modo definitivo.
La formazione del personale locale è la sfida più grande di questi prossimi due anni! Dobbiamo darci da fare per renderci presto inutili!

Lascio Caia dopo tre settimane dal mio arrivo con questo pensiero e con la certezza che lavorando tutti assieme le cose sono possibili.
Estamos juntos!