da Consorzio Associazioni con il Mozambico - CAM | 27 Dic 2021 | Progetti in Mozambico
Si sono finalmente conclusi i lavori di riabilitazione degli asili Miriam e Kukomerua a Caia nell’ambito del progetto “Riabilitazione di due escolinhas a Caia” grazie al finanziamento dell’Ambasciata del Giappone in Mozambico.
L’obiettivo del progetto era quello di fornire un servizio di educazione prescolare più dignitoso ai bambini. In particolare in entrambe le strutture sono stati costruiti una recinzione, una cucina, una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e una serra. Sono stati inoltre migliorati gli edifici delle aule e dei blocchi amministrativi e sanitari.
Di seguito le foto dei lavori ultimati!
da Consorzio Associazioni con il Mozambico - CAM | 22 Mag 2021 | Attività in Trentino, Progetti in Mozambico
Mercoledì 26 maggio, dalle 17:30 alle 18:30, si svolgerà online l’evento finale del progetto “EducaMoz: Educazione prescolare inclusiva di qualità in Mozambico”. L’incontro si focalizzerà sul “Modello Tagesmutter” che nell’ambito progetto sopra menzionato è stato oggetto di confronto e di scambio di buone pratiche tra il Mozambico e il Trentino.
In Mozambico, le “Mães Cuidadora” o “Tagesmutter”, sono sorte in modo spontaneo e lavorano informalmente, supplendo agli scarsi servizi per la prima infanzia. Formalizzare il loro ruolo è tra gli obiettivi del progetto Progetto “EducaMoz – educazione prescolare inclusiva di qualità in Mozambico” co-finanziato dall‘Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promosso da Terre des Hommes Italia, in partnership con il Consorzio Associazioni per il Mozambico (CAM) e con il Ministero degli Affari Sociali in Mozambico (MGCAS).
Il modello verrà presentato attraverso il confronto dell’esperienza trentina e quella maturata in Mozambico, con gli interventi di:
Sofia Palandri, Delegata Terre des Hommes Italia in Mozambico
Maddalena Parolin, Responsabile Comunicazione CAM
Franca Desilvestro, Coordinatrice pedagogica Cooperativa Tagesmutter del Trentino Il Sorriso
Conclusioni di Mariangela Pantaleo, referente del progetto presso AICS (esperto esterno SOGESID)
Modera: Michela Grazzi, giornalista radiofonica
La diretta sulle pagine YouTube e Facebook di Terre des Hommes Italia e sulla pagina Facebook del CAM.
da Marika Sottile | 25 Nov 2020 | Notizie dall'Associazione
Nei mesi di settembre e ottobre, numerosi membri dello staff di coordinamento del CAM in Italia ed in Mozambico hanno dedicato il loro tempo ad approfondire, attraverso corsi online o in presenza, una tematica molto delicata: quella della Prevenzione contro lo Sfruttamento ed Abuso Sessuale (PSEA è l’acronimo inglese). Che ci crediate o meno, nessun ambiente, lavorativo o quotidiano che sia, è totalmente esente dall’insorgere di illeciti di questo tipo: una corretta informazione è la prima arma di prevenzione.
Seguendo l’esempio delle grandi ONG internazionali, anche il CAM ha deciso di fare la propria parte e di impegnarsi al massimo per aumentare la consapevolezza dei propri dipendenti, collaboratori e beneficiari. Con il prezioso aiuto dello staff di UNICEF, è stato attivato un percorso che mira a formare ed informare sulla tematica gli operatori, i partner implementatori, i fornitori e tutti coloro che beneficiano direttamente ed indirettamente delle azioni dell’associazione.
Con un lavoro di squadra multi-livello, il CAM si è inoltre dotato di due policy interne: una che delinea le norme e le linee guida adottate dal team a prevenzione, identificazione e condanna di soprusi sul lavoro; l’altra a tutela dei Whistleblower, ovvero tutti coloro che, in buona fede ed in via confidenziale, segnalano casi sospetti di sfruttamento e/o abuso sessuale. Infine, sono stati rafforzati o creati nuovi strumenti di comunicazione rivolti ad operatori e beneficiari (poster, contatti email e telefonici dedicati) per favorire eventuali processi di denuncia o segnalazione.
Talvolta, l’omertà non è frutto del poco coraggio, bensì di visioni culturali differenti o consuetudini consolidate che rendono questi atti “normali. Le formazioni sono state occasioni per aumentare la consapevolezza e per dimostrare che illeciti di questo tipo possono compromettere non solo l’integrità delle persone, ma anche i risultati ottenuti in questi anni grazie al duro lavoro del CAM.
In ultimo, ma non meno importante, si è cercato di convogliare il messaggio fondamentale che denunciare o segnalare un illecito, per quanto difficile, rimane senza alcun dubbio la soluzione migliore per preservare un sano ambiente lavorativo. Nel caso delle vittime di abuso o sfruttamento la denuncia non è soltanto una grande prova di coraggio, ma è anche un atto di grande resilienza personale e sociale.
Per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ci impegniamo a diffondere questa campagna di comunicazione internamente al CAM, convinti che la violenza si combatte ogni giorno a partire dai luoghi che frequentiamo abitualmente.
Sofia Rinaldi
da Marika Sottile | 24 Ago 2020 | Progetti in Mozambico
Molte famiglie trentine conoscono probabilmente il servizio della “Tagesmutter”. Per chi non la conoscesse, si tratta di una donna che si prende cura, a pagamento, di piccoli gruppi di bambini in età prescolare presso la propria dimora, con modalità e orari flessibili, facilitando in tal modo la vita di molte famiglie lavoratrici; si tratta di un servizio organizzato secondo precise linee guida ed in genere collegato a delle cooperative, che riuniscono le donne offrendo diversi servizi tra i quali la formazione.
Un ruolo simile esiste anche in Mozambico, in particolare nelle città, dove prende il nome portoghese di “Mãe Cuidadora” e anche qui è un punto di riferimento importante per diverse famiglie, considerando anche la carenza di servizi per la prima infanzia (scuole materne). Tuttavia, le mães lavorano in maniera informale e questo comporta dei rischi tanto per il loro lavoro quanto per i bambini e le loro famiglie. Per questo motivo, necessitano di una formalizzazione del loro ruolo, alla quale si è pensato nell’ambito del Progetto “EducaMoz – Per un’educazione prescolare inclusiva e di qualità anche a Caia” – promosso da Terre des Hommes Italia e con il supporto finanziario di AICS Cooperazione Italiana del 2018- da attuarsi in collaborazione con il Ministero degli Affari Sociali in Mozambico – MGCAS– e l’associazione trentina ” Tagesmutter il Sorriso“.
Il progetto ha previsto, per il primo anno, che si svolgesse un’attività di ricerca sul territorio nazionale Mozambicano tesa a conoscere approfonditamente il radicamento di questo servizio sul territorio ed in che modo il servizio formalizzato avrebbe potuto integrarsi con la cultura locale. La ricerca si è svolta in due fasi, durante le quali sono stati intervistati, tramite intervista semi-strutturata, rispettivamente 67 mães cuidadoras e 41 famiglie per tracciarne il profilo e approfondire, da un lato, la motivazione che spinge le mães a scegliere questo lavoro, e dall’altro lato, ad indagare le aspettative dei genitori.
Dalla ricostruzione dell’indagine è emerso che, generalmente le mães sono donne adulte (il 48% delle intervistate ha un’età compresa tra i 40-59 anni) e un basso tasso di scolarizzazione (solo il 34% delle intervistate ha completato la 5° o 6° classe). La ragione per cui svolgono quest’attività è l’auto-sostentamento economico. Il guadagno si aggira intorno ai 9-22 euro per bambino al mese, una somma che il 56% delle intervistate integra con il guadagno percepito da un ulteriore lavoro informale, che svolgono parallelamente all’attività della mãe.
Le famiglie intervistate risultano soddisfatte del servizio e sostengono che le mães cuidadoras rappresentano un servizio sicuro, in quanto i bambini sono affidati ad un adulto fidato, flessibile perché accolgono i bambini presso la propria dimora e non hanno degli orari rigidi e accessibile perché sono facilmente raggiungibili da casa. Inoltre, l’affidamento dei bambini alla mãe giova anche ai fratelli maggiori che, non dovendo prendersi cura dei fratelli minori durante le ore lavorative dei genitori, possono frequentare la scuola.
I servizi di base offerti sono l’alimentazione, l’igiene e la sicurezza del bambino; l’aspetto pedagogico rimane invece invisibile. Le mães sono infatti percepite e si percepiscono come bambinaie e non hanno alcuna pretesa educativa. D’altronde, il loro servizio nasce per far fronte alle necessità socio-economiche sia delle famiglie, che hanno bisogno di lasciare i propri figli in mani sicure mentre si trovano a lavoro, sia delle mães che provvedono autonomamente al proprio sostentamento.
Tuttavia, nella letteratura sullo sviluppo della prima infanzia si sostiene che, l’educazione informale alternativa a quella prescolare giochi un ruolo altrettanto importante nello sviluppo integrato del bambino e che, pertanto, non va sottovalutata l’influenza educativa esercitata da figure come le mães cuidadoras sui bambini in questi primi anni di vita.
Non avendo però riscontrato alcun elemento pedagogico nel fenomeno d’interesse, si è ritenuto opportuno posticipare il riconoscimento delle mães al terzo anno di progettualità e proseguire lo studio per la definizione di standard minimi di riferimento, prepedeutici al riconoscimento formale. A tal proposito, si è svolto un workshop al quale hanno partecipato 26 enti tra istituzioni e organizzazioni che si occupano dello sviluppo della prima infanzia, tra cui la sudafricana Early Care Foundation, MINEDH, SDGCAS Kamavota, UP, Instituto Mwana, IFPP, CARE, PATH, Zizile IDC, Wona Sanana, Childlife, che insieme hanno elaborato i seguenti standard minimi:
Tema |
Standard minimi |
Sicurezza, salute, igiene e nutrizione |
Ambiente sicuro, ovvero garantire la sicurezza dello spazio, attraverso:
· Un recinto intorno alla casa
· Oggetti pericolosi e taglienti fuori dalla portata dei bambini
· Fornelli, forno, braci e pentole calde fuori dalla portata dei bambini
· Pozzo, recipienti di acqua, latrine e fossa per i rifiuti sono correttamente tappate |
Ambiente igienico e sano, attraverso:
· Latrina tappata e disponibilità di acqua per l’igiene e la pulizia
· Esistenza di una fossa per i rifiuti fuori dalla portata dei bambini
· Tip-tap (rubinetto tradizionale) o rubinetto con sapone o cenere
· Animali (in caso ci siano galline, maiali, papere) sono chiusi in un recinto per garantire la pulizia del cortile della casa
· Non presenza di stagni nel cortile |
Alimentazione sana e nutritiva (in caso la mãe cuidadora è responsabile della preparazione del cibo):
· Esistenza di un menù quotidiano sano e nutritivo, con alimenti variati e equilibrati
· Bambini alimentati in accordo con l’età, sia per le quantità e tipi di alimenti
· Esistenza di un bidone di acqua bollita e trattata da bere
· Condizioni corrette per la conservazione degli alimenti. |
Attività pedagogiche |
Organizzare un ambiente stimolante per i bambini, che sia:
· Uno spazio per il gioco sicuro, pulito, arieggiato e con ombra se all’aperto
· Con materiali e giochi in buono stato, puliti, ben organizzati e accessibili
· La mãe cuidadora produce regolarmente nuovi giochi e materiali pedagogici
· Il bambino può sperimentare, tentare, sbagliare e tentare di nuovo
· Il bambino può giocare da solo ma anche comunicare e interagire con altri bambini |
Uso di una routine quotidiana che comprenda:
· Colazione, pranzo, merenda / attività libere / attività di gruppo / racconti di storie /giochi e danze / momento di riposo
· Le attività sono gestite in modo che permettano un buon apprendimento del bambino |
Questi principi sono stati in seguito testati nell’esperienza pilota svoltasi a partire dal gennaio del 2020 nella provincia di Maputo, per la quale è stata inoltre messo a disposizione un sistema di micro-fondi per l’acquisizione per generare forme di auto-impiego femminile ed aumentare i servizi di qualità prescolare. Il fondo è stato poi utilizzato per l’acquisizione dei kit durante l’esperienza pilota (kit di igiene, kit di pronto soccorso e kit di materiale pedagogico e con gli strumenti per l’autoproduzione di materiale).
Il processo di riconoscimento delle mães non è ancora concluso ma il CAM continua a sostenere Terre des Hommes nel portarlo avanti, perché crediamo fortemente che questo progetto possa contribuire a due obiettivi che ci stanno a cuore:
- garantire un potere sociale ed economico alle donne;
- consolidare l’idea che non solo la famiglia e gli asili sono responsabili dello sviluppo dell’infante, ma l’intera comunità.