Bilancio Sociale CAM 2022

Bilancio Sociale CAM 2022

Siamo orgogliosi di presentare l’edizione 2022 del nostro Bilancio Sociale. Un documento completo che racconta il 2022 del CAM, i progetti, le persone coinvolte e riporta il bilancio economico approvato dall’assemblea dei soci del 7giugno 2022 e la relazione dell’organo di controllo.

Il 2022 è stato un anno particolarmente significativo per il CAM, perché abbiamo festeggiato i nostri 20 anni di attività. Siamo cresciuti molto, abbiamo acquisito competenze, ma soprattutto, abbiamo mantenuto viva la voglia di essere attivi nei nostri valori di cooperazione e di cambiamento sociale.

In questa edizione, troverete 64 pagine a colori che includono 11 schede progetto, testimonianze, dati, grafici e tantissime fotografie per illustrare il 2022, il nostro anno speciale.

Per consultarlo online o scaricare il pdf, clicca qui.

Qui trovi anche le edizioni 2019-2020-2021.

 

Vent’anni di lavoro ininterrotto in Mozambico e in Trentino permettono senz’altro di affermare che il CAM ha saputo sviluppare una serie di progetti in grado di migliorare in maniera sensibile e sostenibile la difficile situazione di vita di molte comunità Mozambicane, nonché di favorire la crescita di una cultura della solidarietà e della mondialità nel nostro Trentino.

Paolo Rosatti

Presidente CAM

A sostegno della filiera del latte: cinque anni del progetto a Beira

A sostegno della filiera del latte: cinque anni del progetto a Beira

Da quasi cinque anni nell’area periurbana di Beira, è attivo un ambizioso progetto di CEFA onlus a sostegno dei piccoli allevatori e della filiera del latte, intervenendo su un contesto con grandi fragilità ma anche elementi di opportunità. Il progetto, di cui CAM è partner, è stato impostato anche grazie alla collaborazione di un gruppo di lavoro trentino di volontari, alcuni dei quali hanno avuto l’opportunità di visitarlo in una missione sul campo a fine 2018.

A metà aprile il gruppo di lavoro ha incontrato il referente in Mozambico del progetto, Andrea Benedini, per un incontro di aggiornamento molto apprezzato anche in vista della fase conclusiva del progetto, entro fine 2022. Condividiamo ora un breve articolo che fa il punto sul progetto, recentemente pubblicato da CEFA.

«La produzione giornaliera di latte è passata da una media di 52L a 100L. In totale le cooperative hanno 5.800 litri di latte da lavorare ogni mese. Siamo pronti per realizzare un nuovo centro per la lavorazione del latte».

Con queste parole Luciano Centonze, responsabile progetti CEFA in Mozambico, inizia il racconto degli ultimi tre anni nella provincia di Sofala:

«Due cicloni e una tempesta tropicale hanno danneggiato le strutture delle cooperative, molto bestiame è deceduto, altri sono dispersi, i ricoveri degli animali abbattuti e così i recinti. I tetti delle cooperative scoperchiati e l’energia elettrica interrotta. Oltre alle minacce climatiche, la pandemia ha limitato lo svolgimento delle attività e causato importanti perdite economiche. Ciononostante le tre cooperative a Dondo, Ceramica e Nhangau, hanno continuato ad operare».

In Mozambico, il progetto ha l’obiettivo di aiutare i piccoli allevatori di vacche da latte, fornendo supporto per rafforzare la struttura organizzativa e operativa delle cooperative.

La produzione del latte è aumentata del 81% grazie all’assistenza tecnica nella gestione e cura degli animali, all’accesso alle colture foraggere, alla fornitura di attrezzature e allo sviluppo delle capacità degli allevatori.

«Un grande risultato legato alle visite regolari alle stalle, alla fornitura di semi di foraggio e alle attrezzature per la produzione di insilati sono stati gli elementi più significativi del progetto. Inoltre, si è puntato sullo sviluppo delle capacità delle cooperative, principalmente attraverso la formazione su misura per rafforzare la capacità organizzativa e operative. Si è anche puntato sulla creazione di comitati di commercializzazione per facilitare i collegamenti con il mercato. Si sono identificati degli operatori affidabili per gestire il centro di lavorazione dalla raccolta alla vendita del latte».

Oggi il progetto ha superato la fase di risposta all’emergenza causata dai cicloni e dal Covid, e siamo entrati in una fase cruciale per garantire la sostenibilità delle cooperative nel lungo termine.

 

Per ottenere questo risultato stiamo realizzando un Centro per la Lavorazione del latte che possa consentire alle cooperative di pastorizzare il latte e conservarlo; trasformare il latte in yogurt e conservarlo; commercializzare i prodotti sul mercato di Beira, capoluogo della Provincia.

Anche grazie all’Agenzia Italia per la Cooperazione allo SviluppoGranarolo, la fondazione Microsocial e tutti i sostenitori e le sostenitrici, questo intervento garantirà un reddito adeguato agli allevatori delle cooperative e darà la possibilità alle stesse di investire per migliorare le attrezzature di lavorazione. Inoltre includere la preparazione di yogurt garantirà un’ulteriore fonte di reddito per le donne formate e aumenterà l’accesso dei bambini ai micronutrienti essenziali del latte.

È una sfida grande quella che vogliamo portare a termine entro l’anno, ma gli allevatori hanno bisogno di questo intervento per vedere una prospettiva di tutti i sacrifici e gli investimenti che stanno facendo. E noi vogliamo essere al loro fianco anche questa volta.

Foto di Giovanni De Luca

 

Storie di agricoltura familiare… e un gioco!

Storie di agricoltura familiare… e un gioco!

Tre storie di agricoltori in Trentino, in Vietnam e in Mozambico che praticano l’agricoltura familiare: un modello di produzione alimentare sano e sostenibile per l’ambiente, il territorio e le persone che lo vivono.

Tre storie di agricoltori in Trentino, in Vietnam e in Mozambico che praticano l’agricoltura familiare: un modello di produzione alimentare sano e sostenibile per l’ambiente, il territorio e le persone che lo vivono.

Sul sito http://www.agricolturafamiliare.gtvonline.org/ puoi leggere le storie di Lucia, Dieu e Laura, raccolte nei 3 territori del progetto e splendidamente illustrate da Anna Formilan, conoscere che cos’è l’agricoltura familiare e fare un simpatico quiz per verificare se siete sulla buona strada, se siete consumatori eco-consapevoli e se contribuite al raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n.2 Sconfiggere la fame.

Cos’è l’Agricoltura Familiare?

L’agricoltura familiare contribuisce allo sviluppo sostenibile ed è la forma di agricoltura dominante nel settore della produzione alimentare in tutto il mondo. Definita dalla FAO come “un sistema gestito e realizzato da una famiglia per organizzare la produzione nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca, della pastorizia e dell’acquacoltura” racchiude in sé l’80% della produzione di cibo mondiale.

Molte famiglie di agricoltori, nei Paesi in via di sviluppo, sono povere e senza sicurezza alimentare; hanno ristretto accesso a mercato e servizi e le loro scelte e possibilità sono limitate. Nonostante ciò, coltivano e producono cibo per una parte sostanziale dell’intera popolazione mondiale. Per questo l’Agricoltura familiare può essere definita centrale per il raggiungimento dell’obiettivo 2 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, Sconfiggere la fame. Il tema dell’agricoltura Familiare è infatti indissolubilmente legato alla Sicurezza Alimentare e alla Sostenibilità delle nostre scelte come consumatori, e noi come consumatori possiamo fare la differenza! Se supportiamo gli agricoltori familiari, facciamo la nostra parte per l’Agenda di Sviluppo Sostenibile.

Oggi è sempre maggiore il bisogno di agricoltura sostenibile, per poter allo stesso tempo produrre più cibo, creare lavoro e preservare le risorse naturali. Ed i piccoli agricoltori familiari, custodi di una conoscenza sapientemente adattata alle ecologie locali e alle capacità produttive della terra, sono il cuore della soluzione di questa sfida.

L’agricoltura familiare preserva infatti i prodotti alimentari tradizionali, contribuisce a un’alimentazione equilibrata e difende, a livello mondiale, l’agrobiodiversità e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali.

Il progetto è promosso da Gruppo Trentino Volontariato (GTV), in collaborazione con il CAM, l’Associazione Culturale “L’Ortazzo” e Slow Food Trentino.

Il Mozambico in visita alla FEM

Il Mozambico in visita alla FEM

Martedì 13 Novembre 2018 il CAM ha preso parte ad una visita speciale. Infatti, insieme a Mlal, abbiamo accompagnato un gruppo di dirigenti mozambicani in una giornata incentrata sull’educazione e sul mondo agrario: il Mozambico ha incontrato la Fondazione Edmund Mach a San Michele!

La delegazione era composta dal Direttore Generale della Direzione Nazionale di Educazione Tecnica, dalla Direttrice Provinciale di Maputo del Ministero di Scienze e Tecnologia, Educazione superiore e Tecnico Professionale e dai Direttori di due Istituti Agrari. Il gruppo si trova in Italia per approfondire il tema dell’istruzione agraria e tecnica, nonchè per visitare personalmente gli esempi virtuosi presenti nel nord del paese. Per questo la visita alla Fondazione è stata una tappa immancabile del viaggio.

Dopo essere stati accolti da Ivano Artuso, responsabile del Dipartimento di Supporo alla Didattica e all’Orientamento (oltre che volontario nell’ultima missione del CAM! leggi di più), la giornata è iniziata. Innanzi tutto abbiamo visitato l’Istituto: l’Aula Magna, la biblioteca, le classi, i laboratori in cui gli studenti mettono in pratica gli insegnamenti e le zone dedicate all’esposizione dei ricordi appartenenti al passato della scuola. In seguito abbiamo incontrato Silvia Silvestri, Responsabile dell’Unità Risorse Ambientali Energetiche e Zootecniche, anche lei membro dell’ultima missione del CAM (leggi di più), che ci ha parlato del suo lavoro all’interno della Fondazione. Infine la delegazione si è spostana nella zona storica, dove ha avuto l’occasione di visitare le cantine dell’Istituto, da sempre specializzato nella viticultura.

Dopo un pranzo tutti insieme, la delegazione è venuta a trovarci alla sede del Consorzio, dove abbiamo presentato il nostro lavoro un Mozambico.

Agricoltura e ambiente: una delegazione di Fondazione Edmund Mach in visita in Mozambico

Agricoltura e ambiente: una delegazione di Fondazione Edmund Mach in visita in Mozambico

Tra settembre e ottobre si è tenuta la visita in Mozambico di tre esperti legati alla Fondazione Edmund Mach (FEM) – Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Silvia Silvestri – Responsabile di Unità Risorse ambientali energetiche e zootecniche presso il Centro di Trasferimento Tecnologico della FEM, Ivano Artuso – Responsabile di Dipartimento di Supporto alla Didattica e all’Orientamento presso il Centro Istruzione e Formazione – vice del dirigente scolastico e Angelo Pecile – Ex responsabile dell’Unità Risorse Foraggere e Produzioni Zootecniche – attualmente in pensione, hanno avuto l’occasione di visitare le attività del CAM e del CEFA a Beira e Caia e di conoscere il contesto in cui le due associazioni operano.

Il team in visita ha seguito un programma molto intenso, che li ha portati ad incontrare, vedere, parlare e discutere approfondendo quasi tutti i progetti delle due associazioni in Mozambico, con lo scopo di fare il punto sulla loro attuazione. L’attenzione si è concentrata su tre progetti: il “Rafforzamento del Comune di Beira per la gestione integrata dei Rifiuti Solidi Urbani” cui Silvia Silvestri sta collaborando attivamente, il progetto “Sviluppo del settore lattiero-caseario e miglioramento dell’educazione nutrizionale della popolazione nel distretto di Beira”, che è stato in particolare seguito da Angelo Pecile ed il progetto “Sostegno alle filiere di sesamo, ortaggi e miele nel Distretto di Caia” al quale Ivano Artuso ha dedicato una particolare attenzione.

La collaborazione tra il Consorzio Associazioni con il Mozambico e la Fondazione Edmund Mach è attiva da molti anni, praticamente da quando il CAM ha cominciato a lavorare nel settore agricolo nel distretto di Caia, nei primi anni 2000. L’approccio di “cooperazione di comunità” che caratterizza il lavoro del CAM in Mozambico, ed in particolare ha caratterizzato l’esperienza – unica nel suo genere – del programma multisettoriale “Il Trentino in Mozambico” nel distretto di Caia dal 2002 al 2015, ha fatto sì che per operare in ambito agricolo fosse naturale attivare una partnership con il soggetto fondamentale per le tematiche di agricoltura del Trentino.
La collaborazione si è sviluppata negli anni con la partecipazione di diversi referenti per la FEM nei gruppi di lavoro tematici del CAM, con eventi sviluppati in collaborazione e numerosissime visite da parte di ospiti dal Mozambico o operatori CAM-CEFA in partenza per il Mozambico. Va anche sottolineato che oltre al contributo di persone che lavorano alla FEM, numerosi sono stati sia gli ex allievi, sia gli ex collaboratori FEM che hanno lavorato/stanno collaborando, professionalmente o a titolo volontario, con il CAM e il CEFA in Trentino e in Mozambico. Ciò che in tutti questi anni, per diversi motivi, non ha mai avuto occasione di concretizzarsi, è un momento di incontro e visita in Mozambico, durante il quale operatori della FEM avessero occasione di conoscere “sul campo” le diverse problematiche affrontate.

Sicuramente il viaggio ha raggiunto pienamente l’obiettivo di acquisire importanti elementi di carattere tecnico-organizzativo relativamente alla attuazione dei diversi progetti, ma anche quello di motivare i tre volontari partecipanti ad un ulteriore affiancamento ad CAM nelle sue diverse attività.

“E’ stata un’esperienza incredibile, sia sotto l’aspetto personale che professionale, che mi ha fatto cambiare. Confesso che non immaginavo davvero il contesto nella sua realtà, un contesto nel quale mi sono reso conto di quanto significativa sia la presenza delle ONG che stanno svolgendo un lavoro molto importante e di dimensioni così vaste. Sono rimasto colpito anche dal coinvolgimento della popolazione in alcuni programmi: le persone ci credono, hanno un reale impegno nei progetti e ne chiedono la continuità.“

Ivano Artuso

“Non sono più lo stesso di prima per aver sentito e assorbito, come non mai a questo livello nella mia vita personale, pubblica e lavorativa, la grande forza dell’agire insieme ad altri, del faticare per lo stesso obbiettivo.
Mi ha fatto anche capire che anche quando tutto appare maledettamente complicato e apparentemente irrisolvibile, il “crederci” ed il conseguente operare con la necessaria competenza, può realmente fare la differenza per decine, centinaia, migliaia di persone, partendo magari da piccole cose concrete, per noi scontate, ed invece per miliardi di persone, purtroppo, ancora da scoprire.
Mi ha fatto purtroppo confermare che in questa nostra piccola terra, le differenze non stanno fra i confini degli stati, fra i colori della pelle, fra la temperatura o la piovosità, stanno soprattutto fra chi comanda, chi sfrutta, chi deruba, chi corrompe, e tutti gli altri, la grande maggioranza ovunque, che in misura diversa subisce, sopporta, si rassegna, alle volte si ribella, alle volte cerca la sua strada di pace facendo finta che il banale male non esista. ”

Angelo Pecile

“Questo viaggio ha significato innanzitutto avvicinarmi ad un mondo, quello africano, per me completamente sconosciuto fino ad ora. Ha significato conoscere da vicino il lavoro che il CAM svolge sia grazie ai cooperanti italiani che operano in Mozambico, sia attraverso i collaboratori mozambicani, che oggi sono 82 distribuiti tra Beira e Caia. Lo sforzo infatti è quello di cercare di far crescere una generazione di tecnici e operatori giovani e preparati, motivati, competenti nei molteplici ambiti di attività sviluppati dal CAM in questi anni con tanta fatica, impegno e con una volontà ferrea. Ho potuto vivere seppur brevemente le problematiche di una città come Beira, in particolare quelle inerenti la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti sanitari, che incidono fortemente sulla qualità e salubrità della popolazione. Ho percepito le difficoltà economiche di una amministrazione comunale senza risorse economiche adeguate per fronteggiare tali problematiche ma che, grazie a funzionari capaci, collabora con i mezzi a sua disposizione per realizzare i progetti proposti.
La ricchezza di questa esperienza risiede anche nell’aver potuto vivere qualche giorno a Caia, città rurale lontana dai principali centri urbani, con le difficoltà enormi che gli agricoltori impegnati nei progetti di sviluppo affrontano per vendere i prodotti in tempo utile, non avendo la possibilità di conservarli nè tantomeno di trasformarli. A Caia chiunque sa che cos’è il “consorzio”; tutti sorridono e ti danno indicazioni utili per raggiungere la sede. Il lavoro di decenni con le escolinhas, con il comune, con gli agricoltori trasformati in piccoli imprenditori grazie all’introduzione del microcredito e le altre numerose alte iniziative che incidono sulla vita famigliare e sociale degli abitanti, viene apprezzato ed è ritenuto fondamentale per questo popolo dimenticato o quasi.”

Silvia Silvestri