La nuova edizione del progetto SCUP in area Comunicazione!

La nuova edizione del progetto SCUP in area Comunicazione!

Stiamo selezionando un/a giovane per il nuovo progetto di Servizio Civile in partenza a marzo 2023!

Il progetto “Mozambico e Trentino per lo sviluppo sostenibile: comunicare la cooperazione internazionale” (qui la scheda di sintesi e la versione più dettagliata del progetto) è giunto alla sua terza edizione: se sei interessato/a alla cooperazione internazionale, hai tra i 18 e i 28 anni e vorresti intraprendere un percorso professionale e formativo è l’occasione che fa per te.

Il progetto di Servizio Civile presso il CAM costituisce un percorso con grande valenza di formazione alla cittadinanza responsabile, poiché unisce aspetti operativi (quali fare volontariato, lavorare in gruppo, rispettare orari/programmi/scadenze, interagire positivamente con le istituzioni pubbliche locali, relazionarsi con persone di età/profili/culture differenti) ad aspetti di contenuto (consapevolezza delle interconnessioni del mondo globale, delle criticità ambientali globali, delle complessità delle questioni economiche e sociali che collegano il nord e il sud del mondo, delle questioni di genere).

Avrai quindi modo di sperimentare nella pratica le tante diverse attività che un operatore della cooperazione internazionale, anche espatriato, deve affrontare soprattutto per la parte di comunicazione.

Il progetto della durata di 12 mesi avrà inizio l’1 marzo. L’impegno medio richiesto è di 30 ore settimanali, con un contribuito di € 600 mensili.

Hai tempo fino al 5 febbraio per inviarci la tua candidatura.

Prima di candidarti ufficialmente al progetto (trovi qui le istruzione per come iscriverti allo SCUP e per come candidarti) ti invitiamo ad inviare una mail con il curriculum all’indirizzo di posta elettronica cam@trentinomozambico.org oppure contattarci telefonicamente, in modo da ricevere orientamento ed eventuale supporto nei passaggi tecnici.

Per scoprire di più sul progetto visita la pagina dedicata del Servizio Civile Universale Provinciale

Ti invitiamo ad inoltrare questa informazione a tutte le persone che possono essere interessate!

La direttrice di Fondazione Aurora Marta Sachy a Beira per consolidare il progetto Inovaçao Circular

La direttrice di Fondazione Aurora Marta Sachy a Beira per consolidare il progetto Inovaçao Circular

La Direttrice di Fondazione Aurora Marta Sachy si è recata in missione a Beira dal 18 novembre al 4 dicembre 2022 per il progetto InovAção Circular (IAC) – il cui obiettivo è il rafforzamento dello sviluppo socio-economico della città di Beira, attraverso il potenziamento di incubatori d’impresa e il sostegno a piccole medie imprese, con un focus sull’economia circolare. Ma Marta Sachy ha un legame speciale con il CAM, infatti è stata responsabile dell’area socio-sanitaria a Caia e poi coordinatrice generale del CAM in Mozambico tra il 2010 e il 2014.

Marta Sachy ha lavorato a stretto contatto con Margherita Busana, Project Manager del CAM, e Ana Rita Querido di UC Business per favorire l’avanzamento del progetto avviato lo scorso maggio 2022. Durante la missione si sono susseguiti momenti di formazione congiunta con HubLink, l’incubatore d’impresa  che il progetto si prefigge di rafforzare, per attività di  accompagnamento on the job dirette a:

  • finalizzare il business e il financial plan
  • elaborare documenti descrittivi del processo di incubazione e accelerazione
  • realizzare incontri con grandi imprese per posizionare l’incubatore come fornitore di servizio e fare formazione per illustrare le potenzialità dell’economia circolare in Africa.

Grazie alla forte e duratura relazione che c’è tra Marta Sachy e il CAM, abbiamo colto l’occasione per farle alcune domande sulla sua visita.

La tua ultima visita è stata nel 2014, com’è stato tornare a Beira dopo tanti anni?

Il Mozambico ovviamente è sempre casa. Come dico anche nel mio TedX sono un’identità al cubo.

Tornare a Beira è stato un sogno che si è realizzato. Mi mancavano i profumi, le strade, le persone. Posso dire senza dubbio che è stato un vero ritorno a casa. Tuttavia, ho trovato una città apparentemente meno attiva e più scombussolata, che mi ha condotto ad avere delle riflessioni profonde sulla precarietà dei questo territorio. Ho visto da un lato una Beira con più costruzioni in mattoni: la strada che porta dall’aeroporto alla città quando sono andata via nel 2014 era piena di risaie, ora è piena di abitazioni e c’è anche un ospedale privato. Ci sono più locali, ma anche più strade dissestate. E a mio avviso, la forbice sociale si è allargata.

La situazione precaria delle strade mi ha anche impedito di arrivare a Caia. Noi all’epoca ci lamentavamo di 4-7 ore per fare il tragitto da Beira a Caia, ora se tutto va bene, ce ne vogliono 12. Il mio sogno di fare un giro a Caia per il fine settimana ha dovuto fare i conti con la realtà di una mobilità resa ancora più difficile dalla mancanza di manutenzione delle vie di terra.

Quale pensi che sia il punto di forza del CAM in questo progetto?

Ho trovato un CAM solido, conosciuto e organizzato. Per coincidenza sono riuscita ad incontrarmi con i Sig. Elias Lanquene Joaninho e Benjamin Joao Baptista negli uffici di Beira! Che sorpresa favolosa ritrovare i due storici collaboratori, ora in ruoli di grandi responsabilità per il progetto a Caia. Il punto di forza?! Innegabilmente la continuità. Un esempio concreto: quando con Margherita siamo andate a fare le riunioni istituzionali e ho raccontato che dal 2010 e il 2014 ho lavorato a Caia, tutti conoscevano il CAM. La riunione con il direttore provinciale dell’Industria e Commercio si è svolta alla presenza di collaboratori che già mi conoscevano e con i quali avevo fatto riunioni in passato. Questa idea di continuità e proseguimento delle attività credo che sia un quid che pochissime istituzioni hanno ed è fondamentale per consolidare rapporti istituzionali, progetti effettivi e l’idea che si stia facendo un cammino insieme.

Ringraziamo Marta Sachy per la testimonianza e Fondazione Aurora per il resoconto  (qui l’articolo sul sito della Fondazione).

20 ANNI DEL CAM – una storia fatta di PERSONE

20 ANNI DEL CAM – una storia fatta di PERSONE

Vocazione, professionalità e continuità

Un “piccolo miracolo trentino”, così è stata definita la storia di rinnovamento e resistenza del Consorzio Associazioni con il Mozambico (CAM) da Lorenzo Dellai, che nel periodo in cui è stato presidente della PAT ha accompagnato il sistema della cooperazione internazionale trentina nella sua fase più ricca, con una forte integrazione tra società civile e amministrazione locale. Intervenuto alla festa per i 20 anni dell’associazione, domenica 4 dicembre, l’ex presidente PAT ha sottolineato come il CAM abbia saputo interpretare nel modo migliore quella che era l’idea del Trentino e della sua autonomia nell’operare in ambito di cooperazione, ovvero una “specie di politica estera comunitaria”, senza la quale un territorio rischia di essere chiuso ed arido. Ed il CAM è esempio di come tre valenze della cooperazione internazionale in parallelo possano dare un spessore rilevante anche ad interventi non promossi da grandi donatori internazionali: la prima è la vocazione, la rete di attori, di cui il Trentino è storicamente ricco, che mettono il cuore negli interventi, la seconda è la professionalità e la terza è l’organicità e la continuità degli interventi.

Il CAM è riuscito ad oltrepassare la criticità della chiusura del progetto di partenariato territoriale tra Trentino e Mozambico, ovvero dei finanziamenti diretti della PAT al programma, cercando di non disperdere il grande patrimonio di relazioni, competenze, esperienza. Lo ha fatto, come ha evidenziato nella relazione iniziale il presidente Paolo Rosatti, scegliendo di continuare a lavorare solo in Mozambico, ma allargando l’intervento ad un territorio più ampio, creando competenze, riconoscimento e partnership per lavorare con nuovi finanziatori, come l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Unione Europea.

Il Mozambico tra instabilità e voglia di cambiamento

Ad accompagnare la riflessione durante il momento di incontro, che ha visto riuniti circa un centinaio di soci, simpatizzanti, ex operatori, rappresentanti di enti ed associazioni partner, anche l’intervento da Maputo del giornalista e commentatore politico Fernando Lima, al quale è stato chiesto di “fotografare” il Mozambico di oggi. Il ritratto che emerge è complesso, e non può che partire dal testimoniare la situazione di violenza e di forte instabilità che sta causando migliaia di morti e di sfollati nel nord del Mozambico, un conflitto che purtroppo si sta ampliando. Tra i vari elementi che contribuiscono ad alimentare le tensioni, Lima ha voluto sottolineare la mancanza di prospettive economiche e di sviluppo per le popolazioni locali, che fa sì che la forte insoddisfazione da parte dei giovani (una componente numericamente molto forte della società, a differenza dell’Europa) crei terreno fertile per le proposte di fanatismo e lotta armata. E il ritratto del Mozambico si è concluso poi ricordando che gli sforzi di sviluppo, per la sovranità alimentare di un paese enorme e fertile, non possono che partire dall’agricoltura e dall’allevamento.

La cooperazione che parte dal rispetto

Altre testimonianze si sono poi avvicendate per ricordare il CAM del passato e cosa di quel percorso si è portato nel presente: Jenny Capuano, tra le fondatrici del CAM, coordinatrice del progetto a Caia tra il 2003 e il 2007 ed oggi nel consiglio direttivo, ha ripercorso le parole chiave del Manifesto, un documento scritto vent’anni fa ma che ancora oggi riflette i valori cui l’associazione si richiama. Valori come l’amicizia, l’ascolto, il rispetto, il dialogo e il confronto, raccontati con una ricchezza di aneddoti che hanno riportato con il cuore a Caia i moltissimi tra i presenti che hanno avuto occasione di vivere, anche solo qualche giorno, nel distretto rurale Mozambicano, dove si può vedere sventolare la bandiera del Trentino e i bambini applaudono esultanti l’inno d’Italia. I ricordi vanno però anche a situazioni di difficoltà, alla strage di giovani e adulti causata dall’aids nei primi anni duemila, prima che l’accesso ai farmaci antiretrovirali fosse più continuo, agli errori e alle lezioni apprese nel fare cooperazione.

Padre Cesare Reghellin, missionario veneto che ha vissuto a lungo a Sena nel distretto di Caia, “vicino di casa” del CAM, ha voluto sottolineare i grandi cambiamenti avvenuti nel distretto, dove 20 anni fa non c’erano nemmeno i fiammiferi e si scambiavano il fuoco con i tizzoni. Ma il cambiamento più importante è quello che deve avvenire nell’”autostima” delle popolazioni, nel credere di avere la possibilità di cambiare. La possibilità di “raddrizzarsi e cambiare la propria vita” è un messaggio che lui ha visto testimoniato nel modo di operare del CAM, nell’impegno a “mettere possibilità nelle mani della gente”.

Molto commosso è stato il ricordo di Giorgia Depaoli, operatrice della cooperazione internazionale ed esperta in tematiche di genere scomparsa improvvisamente a giugno 2022. Giorgia era stata presente negli anni di avvio del progetto in Mozambico, e poi nuovamente in anni più recenti. In suo ricordo partirà prossimamente un progetto che vuole dare spazio (uno spazio fisico, costruito, ma anche uno spazio di espressione e lavoro) ad un piccolo gruppo di attiviste per i diritti delle donne, formate nel 2018 a Caia ad opera di Giorgia stessa.

Infine alcuni videosaluti dal Mozambico hanno permesso la “partecipazione” di una rappresentanza del personale mozambicano e del sindaco di Beira, Albano Carige, municipio che ha recentemente siglato un accordo di collaborazione con la città di Trento, volto a portare avanti progetti comuni e continuare l’amicizia tra due territori.

Una storia fatta di persone

In questi 20 anni l’associazione, che oggi vanta un bilancio annuale di oltre un milione di euro, ha coinvolto 28 persone nel consiglio direttivo, 12 operatori in Italia, 42 operatori espatriati in Mozambico, 15 giovani in Servizio Civile, 200 operatori mozambicani, 68 studenti per tesi e stage. Numeri davvero impressionanti, che aiutano a spiegare come mai l’elenco dei progetti portati avanti  tra Trentino e Mozambico è così ricco e come mai l’organizzazione, nonostante le difficoltà economiche, politiche, sanitarie a livello locale, nazionale ed internazionale, continui a crescere, portando avanti il suo lavoro con la stessa passione di 20 anni fa, ma qualche anno di esperienza in più.

 

Maddalena Parolin
ufficio comunicazione CAM

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20 ANNI DEL CAM – festa a Trento domenica 4 dicembre

20 ANNI DEL CAM – festa a Trento domenica 4 dicembre

Amiche e amici del CAM con gioia condividiamo l’invito ad una iniziativa alla quale teniamo molto: la festa per i 20 anni della nostra associazione.
Un pomeriggio nel quale ritrovarsi tutti, chi ha fatto parte del percorso del Trentino in Mozambico di recente oppure tanti anni fa, chi è nostro socio ora o ha sostenuto il CAM in altri momenti del suo lungo cammino.

L’invito è per domenica 4 dicembre dalle 14.30 alle 18 presso Villa Sant’Ignazio a Trento.
Di seguito il programma:

  • 14.30 Uno sguardo su vent’anni di cooperazione tra Trentino e MozambicoPaolo Rosatti presidente CAM
  • 15.00 Il Mozambico tra guerra e sviluppo, a trent’anni dagli accordi di paceFernando Lima giornalista direttore del settimanale Savana (in collegamento da Maputo)
  • 15.45 Intervallo musicale
  • 16.00 L’esperienza mozambicana nel ricordo di alcuni testimoni della storia del CAM
  • 17.00 Merenda, musica e quattro chiacchiere insieme

Con la partecipazione del musicista Jo Choneca
Troverete anche qualche idea solidale per i regali di Natale: ci sarà infatti la possibilità di acquistare capulane, fotografie ed oggetti africani…

E’ gradita la conferma di presenza scrivendo a info@trentinomozambico.org.

Nota: si ricorda per i soci CAM la convocazione dell’assemblea, alle ore 14, per l’adeguamento dello statuto alla normativa del Terzo Settore

#paroledicaia

#paroledicaia

Nei primi mesi del 2021 abbiamo pubblicato sui profili Facebook ed Instagram del CAM una rubrica con l’hashtag #paroledicaia: 10 parole “simboliche” che raffigurano la vita rurale di Caia.
Si trattava di un modo per viaggiare dentro la quotidianità delle comunità rurali del distretto, dove il CAM vive lavora da 20 anni, partendo da oggetti, strumenti di uso quotidiano, ambienti naturali ed umani.

Proponiamo oggi la raccolta completa che potete visualizzare al link bit.ly/paroledicaia-CAM

Un grazie particolare a Julai Jone, Corrado Diamantini e Giovanna Luisa per la collaborazione sui testi.

Progetto a cura di Maddalena Parolin, impaginazione Anna Mattedi