La “Sala Giorgia” – uno spazio per le donne, i diritti e la solidarietà

La “Sala Giorgia” – uno spazio per le donne, i diritti e la solidarietà

Nel ricordo di Giorgia Depaoli – grazie al desiderio e al sostegno di famigliari, amiche, amici – è sorta nel 2023 a Caia la Sala Giorgia, per dare uno spazio alle donne attiviste e divenire uno luogo di riferimento per il lavoro per la promozione dei diritti della donna, avviato nel 2017-2018 proprio da Giorgia. Un breve aggiornamento su quanto fatto, in corso e in programma nel 2024.

LA SALA GIORGIA

E’ stata costruita una sala, intitolata a Giorgia, come sede delle attività del gruppo di donne. La sala è un prolungamento di un edificio già esistente, animato dall’associazione di promozione sociale Mbaticoyane, della quale il gruppo di donne è parte. L’associazione Mbaticoyane si occupa di diritto alla salute, in particolare di prevenzione primaria e secondaria, incluse le attività di assistenza domiciliare ai malati. Attraverso l’impegno delle donne, l’associazione sta sviluppando piano piano l’ambito dell’educazione alla parità di genere e alla valorizzazione del ruolo della donna.

La costruzione conclusa recentemente diventerà sede delle riunioni, ma anche delle attività di animazione e promozione della donna. Nelle prossime settimane sarà installata all’interno della sala una targa con la fotografia, il pensiero e la dedica a Giorgia.

CHI

Le protagoniste sono il gruppo di donne GMPIS – Grupo Mães de Partilha de Ideias de Sofala, sezione di Caia, attivato nel 2018 a seguito del percorso avviato da Giorgia, e che opera da allora in maniera non formalizzata. Tre donne referenti animano il gruppo, Mariana, Victorina e Albertina, mentre le attiviste che fanno parte della rete con azioni e incontri periodici sono circa 45.

La formazione periodica e l’accompagnamento sulle tematiche specifiche dei diritti della donna è a cura della sede principale di GMPIS, di Beira, che in alcune occasioni organizza iniziative dedicate al rafforzamento delle attiviste, incluse delle giornate di formazione a livello nazionale, che negli anni scorsi si sono tenute a Maputo e a Gorongosa.

COSA

Le donne di GMPIS promuovono momenti di sensibilizzazione sui diritti delle donne e su come segnalare o affrontare i casi di violenza di genere e violenza domestica. Hanno attiva una rete che agisce in maniera anonima per le denunce, facendo intervenire nei casi più delicati il commissariato di polizia locale, o facendo riferimento alla linea telefonica gratuita contro la violenza promossa a livello nazionale da UNICEF, ed aiutando a prendere in carico situazioni di allontanamento di minori da contesti di abuso. Tutto questo avviene come attività di volontariato. In occasione di festività nazionali o locali, come la Giornata Internazionale della Donna, o la Festa della Città di Caia, il gruppo GMPIS Caia viene a spesso invitato dalle autorità distrettuali ad intervenire con la testimonianza, a partecipare a sfilate, a parlare in pubblico.

Nel 2024, dopo aver allestito e ammobiliato gli spazi, inizieranno le attività di animazione della Sala Giorgia, con corsi e formazioni specifiche. Le idee sono tante: corsi di cucito o di cucina per aiutare le donne ad avviare piccole attività di sostegno economico, corsi di alfabetizzazione (lettura e scrittura ma anche alfabetizzazione finanziaria), programmi radiofonici, spettacoli teatrali e molto altro. Il programma è ancora in fase di elaborazione, avremo cura di raccontarlo nella prossima relazione periodica!

QUANTO

Grazie al coinvolgimento di tante amiche e amici di Giorgia e della sua famiglia sono stati finora raccolti 19.700 euro da destinare al progetto.

Nel corso del 2023 sono stati spesi circa 17.000 euro per:

  • costruzioni
  • accompagnamento, controllo dei lavori, pulizie (percentuale del compenso di Victorina che è la responsabile dell’adiacente Casa da Saude)

Il rimanente di quanto già raccolto sarà impiegato ad inizio 2024 per:

  • arredi della struttura
  • stampa e posizionamento della targa interna
  • acquisto di materiali di cancelleria, stampa volantini, prodotti per la manutenzione e la pulizia
  • una quota parte dei guardiani che presidiano la struttura la notte
  • dotazione delle attiviste coordinatrici di biciclette per muoversi nelle diverse zone della periferia di Caia e del distretto
  • altri costi relativi alla gestione in loco

L’impegno finanziario previsto per il 2024, il 2025 e il 2026 è di 3.000 euro l’anno per le attività e la manutenzione della struttura.


Scarica il report in PDF
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Per info specifiche: maddalena.parolin@trentinomozambico.org
Per sostenere il progetto: IBAN IT82B0501811700000017203647 (causale “ricordando Giorgia”)


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Muoversi verso la sostenibilità: la partecipazione del Progetto IaC alla COP28

Muoversi verso la sostenibilità: la partecipazione del Progetto IaC alla COP28

Il progetto Inovação circular (IaC) è stato di recente ospite alla 28ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28) che si è tenuta negli Emirati Arabi Uniti a Dubai tra il 30 novembre e il 12 dicembre. Questo evento cruciale ha riunito leader globali determinati a trovare soluzioni concrete alle sfide legate al cambiamento climatico e ha permesso a Paulino Goma, Junior Local Coordinator di progetto, di presentare gli obiettivi di IaC e il contesto sociale ed economico in Mozambico in cui si inserisce.

Il progetto IaC mira a sostenere le realtà legate all’Economia Circolare e a trasformare il modo in cui affrontiamo i problemi ambientali. In particolare, il progetto svolge un ruolo cruciale nel sostenere le piccole e medie imprese (PMI) impegnate nell’Economia Circolare.

Durante la COP28, Paulino ha avuto l’onore di presentare i risultati e le prospettive del progetto, che si basa sull’idea fondamentale che l’innovazione è la chiave per creare soluzioni sostenibili e resilienti. Offrendo un approccio pratico, miriamo a ispirare un cambiamento reale e a promuovere la transizione verso un’economia più circolare.

Uno degli aspetti più interessanti della nostra partecipazione è stato quello di evidenziare gli sforzi rivolti alle PMI coinvolte nell’economia circolare nella città di Beira. Ci rendiamo conto che queste aziende svolgono un ruolo fondamentale nella trasformazione del panorama economico e il progetto IaC si impegna a fornire un supporto pratico e strategico. Questo approccio mira non solo a rafforzare queste aziende, ma anche a creare una rete interconnessa di pratiche sostenibili lungo tutta la catena produttiva.

Paulino ha anche partecipato attivamente all’approvazione formale della posizione globale che sarà consegnata al Segretario Generale in occasione della Giornata della Gioventù dell’8 dicembre. Questo testimonia l’impegno dei giovani a guidare le discussioni e a plasmare il futuro ambientale globale. Inoltre, ha cercato di promuovere scambi, partenariati e connessioni strategiche per amplificare la nostra voce nell’agenda nazionale e raggiungere così i nostri obiettivi più ambiziosi.

Al ritorno da questa esperienza stimolante, è fondamentale mantenere lo slancio. Il progetto IaC si impegna a continuare a guidare il cambiamento, e questo è possibile solo con il continuo sostegno dei nostri membri e partner. Non vediamo l’ora di rafforzare le nostre collaborazioni, esplorare nuove opportunità e affrontare le sfide che ci attendono.

Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile la partecipazione di Paulino e del progetto alla COP28.

Articolo originale curato da Comunika.

Traduzione dal portoghese a cura di Martina Seppi.

Racconti di viaggio, di caldo, di treni, di spezie

Racconti di viaggio, di caldo, di treni, di spezie

Il resoconto di una intensa e impegnativa missione sui progetti a Caia e nei distretti limitrofi, con piccoli racconti di viaggio di Elisabetta, Enrico, Gianpaolo e Giovanna

Si è concluso un periodo intenso a Caia, con le missioni dei nostri volontari Enrico, Elisabetta, Giovanna e Gianpaolo, i quali hanno trascorso alcune settimane tra visite, incontri, monitoraggio e supervisione delle attività per alcuni dei progetti del CAM più importanti nel distretto di Caia e nei distretti limitrofi: microcredito, socio-sanitario, educazione prescolare.

IL MICROCREDITO: UN NUOVO SOFTWARE E L’AVVIO DEL PROGETTO MULHERES NO SUSTENTA

Il microcredito rappresenta un impegno pluriennale del CAM verso piccole imprese locali del distretto di Caia, di Marromeu e Cheringoma e dal 2005 ha contribuito allo sviluppo di decine e decine di attività. Nei giorni trascorsi a Caia Enrico Baldo, volontario del direttivo CAM, ha accompagnato il team locale, coordinato da Benjamim Baptista, nella delicata fase di introduzione di un nuovo software contabile per la gestione dei crediti, con il supporto di Elena Pandrin dell’ufficio amministrazione di Trento, che ha gestito tutti gli aspetti tecnici e formativi per il progetto. Il gruppo ha inoltre fatto visita ai nuovi partner istituzionali nella Provincia di Manica, dove sta partendo il progetto Mulheres No Sustenta, in partenariato con Progettomondo come capofila, Legacoop Emilia Romagna, HelpCode e Fundacao Micaia come partner implementatori, con il finanziamento di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – Sede di Maputo. Il ruolo del CAM è la concessione di credito alle piccole imprese, in particolare a quelle a conduzione femminile per uno sviluppo economico paritario e sostenibile nel distretto di Manica, per la gestione del progetto verrà a breve aperta una nuova sede nella cittadina di Catandica.

RIORGANIZZAZIONE ALLE ESCOLINHAS

Elisabetta Cavada e Giovanna Luisa si sono occupate intensamente del progetto escolinhas, nei giorni finali dell’anno scolastico. Il progetto sta vivendo una fase di riorganizzazione, in particolare con il cambio del responsabile. Martinho Celestino è stato sostituito al coordinamento da Pinto Josè Martins. La fase di riorganizzazione ha visto anche la verifica della modulistica, del sistema di acquisti e logistica, momenti di formazione con gli educatori, supervisione ai lavori in corso per la ristrutturazione di alcuni edifici e la costruzione di altre parti. E la sera tutti al lavoro con carta forbici e colori per realizzare materiali pedagogici dimostrativi.

MONITORAGGIO PROGETTI AREA SALUTE

Altrettanto intenso è stato l’impegno di Gianpaolo Rama nell’ambito socio-sanitario, che ha seguito un programma denso di appuntamento sui diversi fronti. Il monitoraggio del progetto Follow the SUn, nella parte dedicata alle equipe sanitarie itineranti nell’interno del distretto (brigadas moveis), nella parte di azioni comunitarie, nelle attività di rendicontazione, con diversi spostamenti anche nei distretti di Marromeu e Cheringoma. Il supporto all’associazione Mbaticoyane per le attività di salute comunitaria finanziate dal CAM ma anche per la attività di gestione dell’associazione, di autofinanziamento, Incontri istituzionali e con le controparti, consegna di dotazioni sanitarie all’Ospedale di Caia. Gianpaolo inoltre è stato impegnato nella creazione di un quadro conoscitivo aggiornato su accesso all’acqua, igiene e salute, raccogliendo dati utili per futuri progetti.

Tanto lavoro, tanto impegno, un confronto costante con l’equipe locale e tutti i colleghi impegnati nei diversi ambiti. Ma anche indimenticabili momenti di viaggio, sorrisi, pranzi… abbiamo chiesto ad ognuno di loro di raccontarci qualche momento particolare dei giorni trascorsi in Mozambico, per raccontare anche il lato più divertente di queste missioni.

LE (DIS)AVVENTURE

Enrico: una delle più grandi incognite in Mozambico è prendere il treno. Non sai mai quando passerà, gli orari esposti sono del tutto indicativi. Avevo concluso la missione a Caia e io ed Elisabetta dovevamo prendere il treno che mi avrebbe portato a Beira, o almeno questa era l’idea. L’ora della partenza era ufficialmente a mezzanotte, ma dalle prime informazioni mi era abbastanza chiaro che la cosa sarebbe durata ancora a lungo. Infatti, all’orario ufficiale non c’era ancora traccia del treno e ci siamo preparati alla lunga notte nei nostri alloggi.  Verso l’una di mattina il primo imprevisto: il fischio lontano del treno ci ha fatto credere che quello fosse proprio il nostro e che fosse in arrivo alla stazione, rischiando di perderlo. In fretta e furia abbiamo caricato le valigie in macchina, svegliando Giampaolo e Giovanna che si erano resi disponibili ad accompagnarci, e velocemente ci siamo precipitati verso la stazione…per scoprire che era solo un treno merci di  carbone. Siamo tornati nuovamente all’alloggio e atteso pazientemente che delle persone in viaggio sul treno ci avvisassero con i cellulari. Solo verso le quattro il treno era segnalato in avvicinamento e così, sei ore dopo l’orario, siamo finalmente partiti.

Elisabetta: sulla via del ritorno ho insistito per farmi accompagnare da Enrico al mercato generale di Beira, convincendolo ad uscire, nonostante fosse accaldato, quando sperava di poter riposare e non certo dedicarsi a fare shopping. Lì ho fatto scorta di cannella, chiodi di garofano, anice stellato e molto altro. Enrico ha capito la mia insistenza solo quando sono arrivata all’ufficio del CAM di Trento con uno scatolone pieno di decori natalizi con il profumo speziato dal Mozambico. Enrico era lì proprio quella mattina, sempre alle prese con il famoso nuovo software del microcredito, ed è stato il primo ad acquistare gli addobbi profumati!

Giovanna e Gianpaolo: Una temperatura di quaranta gradi e più  che si protrae per giorni e giorni, induce a pensare che non esistono un Mozambico, un’ Africa, pigri, svogliati, scansafatiche, come pensa chi non c’è mai vissuto, ma un Mozambico, un’Africa resistenti, nonostante tutto, comprese le avversità del clima che, incolpevolmente, subiscono. A Beira, dove eravamo di passaggio e senza molto da fare, per uscire di casa aspettavamo le ore meno calde, quelle che andavano incontro al tramonto del sole ed alla notte che lo seguiva veloce. C’era poco tempo, ma anche poca strada da fare, prima che facesse buio, per incontrare il luogo dove consumare la cena.

Era domenica, il giorno del riposo e della festa. La musica, abusivamente, aveva oltrepassato le finestre chiuse della casa che abitavamo, ma l’origine dov’era? Non era sgradevole, ma sembrava essersi impadronita dell’intero spazio. Uscendo, volevo capire dietro quali mura, sormontate da filo spinato ad ingabbiare edifici, si stava festeggiando la modernità, ostentatamente, in barba a chi riposava all’ombra di un cancello o riprendeva a lavorare il campo arido sotto casa a cui aveva affidato una speranza.

La strada che conoscevamo Paolo ed io non prevedeva una deviazione, ma la musica arrivava certamente da lì ed io volevo vedere almeno la casa. E mi inoltrai in quella direzione. Mi accolse il silenzio. Qualcuno mi aveva visto e non voleva che trovassi una risposta? La festa era finita proprio in quel momento? Pensieri inopportuni mi appesantivano, ma, per fortuna, il mistero non ci mise molto ad essere svelato …

Il gruppo di giovani, aveva ripreso fiato e si era messo di nuovo a cantare. Neri, nell’ombra nera di un container che rasentava un’alta costruzione, sarebbero passati inosservati se non si fossero esibiti! Era soprattutto la potente voce di una di loro, che sovrastava la musica e mi impediva di procedere. Battendo i piedi all’unisono, si muovevano tutti al ritmo contagioso della musica che producevano, concentrati, instancabili, incuranti della calura. Non si erano accorti subito del pubblico inatteso che li stava seguendo, a cui avevano cominciato a sorridere presto, senza interrompersi e visibilmente soddisfatti.

Una canzone, un’altra poi un’altra ancora, un applauso, molti sorrisi e la passeggiata riprende. Ma io non sono più la stessa, non siamo più gli stessi. Certamente grata e più leggera, certamente più ricca.

L’Africa è un libro da leggere, che ancora rischiavo di aprire troppo poco

Nuovi aggiornamenti dal progetto MUDAR

Nuovi aggiornamenti dal progetto MUDAR

Il progetto MUDAR ha compiuto il suo primo anno di attività!

La seconda newsletter curata dal progetto aggiorna su tutte le ultime attività, specialmente quelle all’interno del quartiere di Macuti, a Beira, scelto per ospitare il progetto pilota di pianificazione urbana sostenibile e partecipata. Negli articoli si racconta quanto è stato svolto nel quartiere in questo anno, l’importanza della città di Beira a livello urbanistico, il ruolo dei vari comitati che collaborano con il progetto, il processo di empowerment innescato dal processo di gestione partecipativo e il lavoro di raccolta di foto e video sul campo per la realizzazione di un podcast per raccontare storie e persone dal Mozambico.

Leggi le news sul sito www.mudarbeira.org

Se desideri rimanere aggiornat* sulle attività e sugli approfondimenti del progetto MUDAR, puoi iscriverti alla newsletter gratuita semestrale curata in tre lingue (IT, EN, PT), dove potrai trovare anche tantissime foto del quartiere e di tutte le persone coinvolte nella realizzazione di questo ambizioso progetto.

EMERGENZA RIFIUTI SANITARI A BEIRA

EMERGENZA RIFIUTI SANITARI A BEIRA

 
L’impossibilità di smaltire in sicurezza i rifiuti sanitari prodotti dall’ospedale di Beira sta creando un’emergenza sanitaria con rischi anche per l’ambiente. Abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per consentire la riabilitazione dell’inceneritore per i rifiuti sanitari pericolosi.
 
 
 
Nell’Ospedale Centrale di Beira e negli altri numerosi centri sanitari della città, capoluogo di provincia e seconda più grande in Mozambico, con 743.565 abitanti, vengono prodotti quotidianamente diverse tonnellate di rifiuti. Circa il 15% di questi rifiuti è pericoloso, perché a rischio infettivo, tagliente, biologico o chimico (ad esempio materiale anatomico e infetto, aghi, siringhe, mascherine, grembiuli, bende, cateteri ecc.). Pertanto, è necessaria una precisa segregazione della frazione pericolosa prodotta da un ospedale, e una successiva gestione dedicata.
 
 
Il 2 novembre 2023 l’inceneritore ha subito il crollo del camino, come si può vedere dalle foto. Si tratta di una danno molto grave per l’ospedale e per le comunità che vivono nei suoi dintorni, perché i rifiuti non possono più essere smaltiti in modo sicuro. In questo momento i rifiuti si stanno accumulando nella zona dietro l’ospedale e ciò comporta un grave rischio per la salute delle persone, soprattutto per chi ha delle patologie croniche, per i bambini e per gli anziani. Questi tipi di rifiuti non possono essere smaltiti insieme ad altri comuni rifiuti, in quanto contengono anche del materiale organico e infetto presente negli aghi, siringhe, sulle mascherine e sulle bende. L’Ospedale Centrale di Beira è la struttura sanitaria più importante della città, può offrire fino a 1000 posti letto ed è l’unico punto a Beira in cui i rifiuti solidi pericolosi possono essere trattati.
 

Dal 2021 il CAM collabora con il Servizio Distrettuale di Salute di Beira con progetti in ambito gestione dei rifiuti sanitari, che hanno visto attività di formazione rivolta al personale, la creazione di una impresa locale specializzata nel trattamento dei rifiuti e l’acquisizione di un macchinario specifico, grazie al progetto SIRSU. Si tratta di una sterilizzatrice per il rifiuto sanitario pericoloso, sicura per le persone e per l’ambiente, affianca l’inceneritore, meno sostenibile ma necessario per smaltire la totalità dei rifiuti, evitando che finiscano direttamente in discarica, dove molte persone lavorano senza protezioni alla ricerca di materiali riciclabili.
E’ nata così la società SABE, che dal 2022 ha iniziato ad occuparsi dello smaltimento dei rifiuti sanitari utilizzando la macchina sterilizzatrice NW15. La società inoltre è una delle start-up dell’ambito economia verde che è accompagnata dal programma di incubazione e accelerazione di impresa Inovaçao Circular

La grande quantità di rifiuti sanitari pericolosi nella città di Beira non può però essere trattata esclusivamente dalla sterilizzatrice, che attualmente riduce circa del 50% il carico di rifiuti inceneriti, riducendo così l’impatto ambientale. Inoltre, per un funzionamento ottimale della sterilizzatrice, alcune categorie di rifiuto non dovrebbero essere inserite, come il rifiuto farmaceutico e quello assimilabile al rifiuto comune prodotto dagli ospedali, che però spesso si trovano mescolati ad altri rifiuti pericolosi vista la difficoltà di una raccolta separata alla fonte nelle unità sanitarie cittadine.

 
 
 
Per far fronte a questa emergenza di igiene pubblica, il CAM propone una raccolta fondi per supportare l’ospedale e le comunità locali. Il fine di questa raccolta è la riabilitazione dell’inceneritore e della struttura comprendente che consentirà di ripristinare una corretta attività di smaltimento e salvaguardare dunque la salute della popolazione e l’ambiente urbano circostante.
 
 
 
L’obiettivo economico di questa nostra raccolta fondi è di raccogliere 20.000 euro entro il 12 gennaio 2024, per poter riattivare l’inceneritore il prima possibile.
 
 
 
 
 
Dobbiamo e vogliamo agire in fretta, aiutaci a fare la differenza.
 
 
Muito obrigado pela vossa generosidade.
 
 
DETRAZIONI FISCALI SECONDO LA LEGGE ITALIANA
 
Se vuoi portare in detrazione la tua donazione, puoi lasciare a noi il tuo nome, cognome e codice fiscale all’indirizzo cam@trentinomozambico.org e conservare la ricevuta della transazione che troverai nel tuo estratto conto o nel riepilogo operazioni bancarie.
Dialoghi Comunitari per l’Uguaglianza

Dialoghi Comunitari per l’Uguaglianza

Attraverso un progetto finanziato dalla Cooperazione Coreana, in collaborazione con UNFPA, il CAM è impegnato contro la violenza sulle donne, promuovendo momenti di sensibilizzazione in merito alla disuguaglianza di genere e alla salute femminile.

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il CAM vuole riaffermare il suo contributo per una società più equa e paritaria attraverso il progetto “Scuole inclusive e libere dalle violenza di genere“, che prevede diverse attività di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità beneficiarie.

Una di queste attività sono i dialoghi comunitari, in cui gli operatori affrontano diverse tematiche legate alla disuguaglianza di genere. Durante questi incontri infatti, si parla di salute femminile, di violenza di genere, di rispetto per la vita e la dignità della donna, il tutto svolto tramite un processo partecipativo per coinvolgere le comunità nelle discussioni e nella presa di coscienza dei fenomeni di discriminazione legati al genere.

Nella gallery qui sotto le immagini dei dialoghi degli ultimi mesi, nelle zone di Beira, Dondo, Buzi e Nhamatanda.