Pubblichiamo un breve articolo di Alessia Simoncelli nel quale sintetizza la sua tesi di laurea magistrale del corso in Local Development presso l’Università degli Studi di Padova.

Congratulazioni e complimenti ad Alessia da tutto il CAM!

La Repubblica del Mozambico è ritenuta uno degli stati più poveri al mondo. Nonostante ciò, la Quarta Valutazione sulla Povertà Nazionale redatta nel 2016 dal Ministero di Economia e Consiglio Direttivo di Finanza sugli Studi Economici e Finanziari mozambicani, sottolinea lo sviluppo dei progressi in questo ambito dal 2008 al 2015. Infatti, durante questo lasso di tempo il livello di povertà si è abbassato di ben 6 punti percentuali. Nello specifico, le regioni con un indice inferiore di povertà sono quelle del sud, in prossimità della capitale Maputo. Inoltre, la situazione socio-economica riportata dal sondaggio  del 2015 sottolinea un gap nel livello di benessere tra aree rurali e urbane. E’ presente una forte vulnerabilità economica data soprattutto dal fatto che la forza lavoro mozambicana è impiegata perlopiù in imprese informali e nell’agricoltura di sussistenza. La rapida espansione economica che il Mozambico ha vissuto nelle ultime decadi ha portato un impatto modesto sulla riduzione della povertà, specialmente nelle regioni del nord e del centro. Infatti, il 72% della popolazione è considerata povera multidimensionalmente. Ciò significa che anche se la popolazione vive sopra la linea di povertà (1.90$ al giorno secondo la WB), essa è carente di servizi sanitari, educazione e altro (dati del Rapporto BTI sul Mozambico, World Bank, 2016). Nonostante la Repubblica del Mozambico abbia dimostrato di essere capace di una forte crescita, la situazione socio-economica continua ad essere allarmante in quanto ci sono 10 milioni di persone che vivono in assoluta povertà non avendo la sicurezza alimentare, un impiego, un reddito. Inoltre, la povertà delle zone rurali è una diretta conseguenza della mancanza di sviluppo del settore agrario, del limitato accesso ai mercati, del basso livello di produzione ed esportazione (CESVI et al., Relatorio de Consultoria do Estudo de Cadeias de Valor de Cereais e Oleginosas, 2013).

Il settore dell’agricoltura nel Distretto di Caia

Nello specifico dell’area del caso di studio, la sussistenza della popolazione del Distretto di Caia dipende dal settore primario. L’agricoltura è vista come la chiave per lo sviluppo essendo l’attività economica e di sussistenza principale. La regione è caratterizzata da una tipologia di suolo diversificata, fertile e da un alto livello di biodiversità. Nel 2011 l’UNISDR (Ufficio delle Nazioni per la Riduzione dei Disastri) e il Governo mozambicano hanno condotto uno studio, da cui il rapporto Prefil Distrial, Provincia de Sofala, Distrito de Caia, che ha rivelato che gli intervistati che possedevano della terra avevano la tendenza a non coltivare l’intera estensione, ma solamente lo stretto necessario per la sussistenza alimentare della famiglia e usare il raccolto rimanente vendendolo al mercato del villaggio. Quindi, l’allargamento della superficie coltivata rappresenta una grande opportunità di sviluppo per la popolazione. Nell’ultima decade il settore primario è stato promosso sia dal Governo, sia da alcune organizzazioni finanziarie e da organizzazioni internazionali. Nel Distretto di Caia, le donne costituiscono un elemento fondamentale nel lavorare la terra, mentre gli uomini danno priorità ad altre attività come impieghi occasionali. Di conseguenza, all’interno di un nucleo famigliare coesistono normalmente due tipi di guadagni. Gli agricoltori locali si appoggiano all’Associazione Distrettuale di Contadini, l’UDAC. Le principali tipologie di cereali coltivati sono: mais, canna da zucchero, riso, patata dolce, fagioli, pomodori, cotone, sesamo, ed altre verdure. Secondo il Plano Estratégico de Desenvolvimento do Distrito de Caia (2010-2020), il 41,3% degli aggregati famigliari considerati raccolgono una quantità di cibo inferiore a 0,6 kg al giorno, cioè una peso inferiore al livello minimo di quantità di cibo necessario per la sussistenza.

Caso di studio: il progetto SOMiCa (Sesamo Ortaggi Miele nel distretto di Caia)

Il progetto concepito insieme a CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura Onlus), ONG di Bologna capofila dell’intervento, Coopermondo, CAM, e alle controparti locali CDAC e SDAE, mira a contribuire alla riduzione della povertà nelle comunità meno sviluppate della Provincia di Sofala. Nello specifico, prevede di aumentare il reddito di 1600 piccoli produttori di cui 1.000 nella filiera del sesamo, 400 nella filiera orticola e 200 in quella del miele così come il consumo familiare di ortaggi ad integrazione della dieta nel Distretto di Caia. Aiutando così i piccoli produttori nel raggiungimento di mercati più convenienti per l’approvvigionamento degli input agricoli e più redditizi per la vendita diretta del sesamo e del surplus di ortaggi e miele.

Piano di valutazione d’impatto del progetto SOMiCa

Il progetto vuole affrontare le problematiche relative alla bassa resa rispetto alle potenzialità del territorio e alle molte perdite causate dell’impiego di  tecniche agronomiche inadeguate. E’ inoltre difficile reperire sul mercato sementi e mezzi tecnici idonei. Un ulteriore problema  è costituito dal fatto che l’agricoltura è pratica scarsamente remunerativa e poco appetibile per i giovani. Ciò conduce ad un inadeguato ricambio generazionale con basso livello di innovazione e rischio di abbandono delle terre. Una difficoltà a cui il progetto si rivolge è legata ai canali di vendita del sesamo che non garantiscono margini sufficienti ai produttori. Inoltre la dieta alimentare è scarsamente varia, con sacche di malnutrizione e le donne hanno poco potere decisionale a livello familiare, soprattutto sulla gestione del bilancio domestico, nonostante il loro impegno quotidiano nel lavoro dei campi. L’analisi delle figure principali del progetto ha sottolineato che gli aspetti di forza sono dati da elementi come la partnership tra CEFA e CAM, infatti entrambe le associazioni hanno una grande esperienza nel campo dello sviluppo agricolo e comunitario. Un altro aspetto rilevante è la collaborazione con le associazioni locali formando un network capace di aiutare realmente gli agricoltori ad avere più potere di mercato. Le opportunità di sviluppo sono legate alla posizione geografica, sulle rive del fiume Zambesi, e alla fertilità e biodiversità del suolo. Inoltre, la storia agricola del Mozambico ha già visto sviluppare vaste coltivazioni dei sesamo che poi furono abbandonate, ma ciò costituisce un precedente rilevante per un nuovo sviluppo di questo settore. Un ulteriore potenziale risiede nella creazione prevista dal progetto di 50 gruppi agricoli di base e 5 comitati di commercializzazione che consentono ai piccoli agricoltori di unirsi avendo un maggiore potere sul mercato, di creare relazioni positive con i commercianti del settore.  Il progetto dunque si inserisce nel contesto rispondendo ai bisogni della popolazione e rafforzando le associazioni agricole già presenti permettendo, in futuro, di allargare i benefici anche a chi non partecipa direttamente al progetto.

Preso in considerazione il sondaggio di riferimento commissionato da CEFA prima dell’inizio dell’intervento, il piano di valutazione finale del progetto suggerisce come metodo di valutazione più appropriato la Differenza-nelle-Differenze. Esso permette di tenere in considerazione le differenze non osservabili e costanti  tra il gruppo di controllo e quello dei beneficiari. Inoltre il metodo prevede che non sia necessario che i due gruppi abbiano le stesse condizioni di pre-intervento. La metodologia scelta presuppone la stima di un controfattuale che si definisce come l’esito di un intervento sul gruppo di beneficiari confrontato con l’esito dello stesso gruppo di beneficiari in assenza di intervento. Ciò è fisicamente inosservabile, per cui per stimare l’impatto di un intervento è necessario avvalersi di un gruppo di controllo. Tramite il metodo Differenza-nelle-Differenze, la stima del controfattuale è data dal cambiamento negli esiti d’intervento per il gruppo dei beneficiari, attraverso il calcolo del cambiamento degli esiti del gruppo di controllo, quest’ultimo sarà poi sottratto dal cambiamento negli esiti del gruppo dei beneficiari per stimare l’impatto. Tramite questo meccanismo è possibile valutare con più precisione l’impatto  che il progetto SOMiCa avrà trascorsi i tre anni d’intervento.

Sul progetto SOMiCa vedi anche:
Scheda sintetica
Lancio del progetto
Aggiornamento maggio 2016
Aggiornamento luglio 2016
Aggiornamento a febbraio 2017