Ripubblichiamo da Vita Trentina l’articolo di Michela Grazzi sulla sua esperienza a Caia (vedi anche l’articolo RCC e l’amicizia con le radio trentine: la testimonianza di Michela).

Il paese che mi attende vive in pace da vent’anni. Arrivo a Beira in un giorno particolare, il 4 ottobre, il dia da paz, il giorno della pace, nel ventesimo anniversario della firma dei trattati che posero fine a tanti anni di conflitto in Mozambico: l’indipendenza dal Portogallo prima e 16 anni di guerra civile dopo. Beira, capitale della provincia di Sofala, è la seconda città del Mozambico per numero di abitanti e il suo porto ricopre un ruolo di notevole importanza economica essendo sbocco sul mare per l’interno del paese ma, soprattutto, per i più ricchi confinanti: Malawi, Zambia e Zimbabwe.

Scopo principale del viaggio è quello di conoscere finalmente RCC, la Radio Comunitaria di Caia. Nata 5 anni fa si è inserita come progetto trasversale all’interno del piano di intervento multisettoriale del Cam, il consorzio Trentino di Associazioni con il Mozambico, che dal 2002 opera nel distretto rurale di Caia in diversi ambiti: territoriale, sanitario, educativo, sociale, agricolo e finanziario. Da subito la Radio è stato il progetto con cui Trentino inBlu ha avuto più contatti ed occasioni di collaborazione.

Dopo un primo approccio al mondo della radiofonia del Mozambico con la visita a due realtà molto differenti come Radio Mozambique, la radio nazionale, e RCD, la Radio Comunitaria di Dondo, piccola municipalità a pochi chilometri da Beira, parto alla volta di Caia.

Lasciare Beira vuol dire lasciarsi alle spalle in fretta la città ed iniziare da subito ad incontrare l’Africa, così come ce la costruiamo nel nostro immaginario. I decadenti edifici in stile coloniali lasciano spazio alle abitazioni tradizionali, capanne di fango e tetti di paglia, che si susseguono lungo i 484 chilometri che dobbiamo percorrere. La strada, unica striscia d’asfalto che taglia in due la provincia, è la Nazionale 6, conosciuta come il Corridoio di Beira: la via principale di collegamento tra lo Zimbabwe e il mare e per questo protetta anche negli anni difficili della guerra. Ancora oggi è molto sfruttata è decisamente trafficata oltre che dissestata: non si contano i camion che trasportano carbone, canna da zucchero e legname verso il porto. Il Mozambico è indipendente dal 1975, in pace dal 1992. E’ un paese giovane, ma è evidente il fermento e la voglia di ripartire. O forse di partire una volta per tutte dopo che anni di guerra hanno impedito uno sviluppo vero del paese e della sua economia.

RCC è un coloratissimo edifico di mattoni con un piccolo ingresso, una sala-redazione, lo studio della diretta e la stanza tecnica con la regia. Tutto quello che serve per fare radio c’è. Ed anche l’entusiasmo, elemento fondamentale per fare questo mestiere, non manca. 12, 13 tra dipendenti e collaboratori affollano la redazione al primo incontro di pianificazione: tante le domande e gli argomenti che ci prefiggiamo di affrontare nei pochi giorni a disposizione. Cerchiamo di non tralasciare nulla, parliamo di giornalismo, di programmi software e di internet, una delle grandi contraddizioni di questo paese che oggi è completamente cablato con fibra ottica. Insomma a Caia, dove 4 anni fa non arrivava la corrente elettrica c’è oggi la possibilità di collegarsi ovunque. Potenzialmente, ovviamente. Perché in realtà qui quasi nessuno può permettersi un computer.

Non mancano in questi giorni le occasioni per conoscere da vicino un po’ tutto il territorio e gli ambiti di intervento del Cam. Martinho, coordinatore pedagogico delle escolinhas, mi ha porta a conoscere i quasi 700 bimbi degli asili. Allegri e sorridenti cantano e ballano per ogni cosa: per salutare, ringraziare della visita, per alzarsi e andare a fare merenda o per risedersi al posto. E’ ovviamente un pretesto, un gioco attraverso cui avvicinarli al portoghese (a scuola tra pochi anni sarà la lingua con cui dovranno studiare) e insegnare le prime regole dell’igiene.

Poi un pomeriggio nei bairros, i quartieri, più problematici di Caia. Sono quartieri, piccoli villaggi, per lo più costretti ad uno spostamento di massa per abbandonare le zone a rischio inondazione (Caia sorge sulle rive dello Zambesi): scarso è il senso di appartenenza e forte la necessità di sensibilizzare proprio sul tema dell’igiene per cercare di far fronte alle emergenze sanitarie.

E ancora un viaggio a Murraca. A pochi chilometri da Caia c’è una piccola San Michele: scuola più azienda agraria. Il riferimento è ovviamente impegnativo anche perché sono stati anno difficili per l’agricoltura con il problema delle mine che non permetteva di lavorare la terra. “Oggi è tutto bonificato – evidenzia Ferrao, direttore dell’azienda – e il governo sembra voler intervenire sull’altro grande problema, la mancanza di sistemi di irrigazione.”

Sabato, prima di ripartire, un’ultima puntatina in radio. É stata una settimana intensa, un confronto di esperienze più che un corso di formazione. Spero non si aspettassero qualche ricetta o rimedio miracolosi. Non credo ci siano verità assolute per “fare una buona radio”. Una radio è buona se si fa ascoltare, se risponde alle domande della gente. Vale ancora di più per una radio comunitaria: deve fare crescere la comunità in tanti piccoli (ma fondamentali) ambiti della vita quotidiana. Come i temi che Rcc affronta in onda: sanità, igiene, educazione. Riparto alla volta di Beira con la convinzione di aver avuto una grande occasione: riscoprire un ruolo utile dei mezzi di comunicazione, vocazione che forse in Italia stiamo perdendo.