Raffiche che hanno raggiunto i 170 km/h e 250 mm di pioggia si sono abbattuti su Beira in poche ore, portati dal ciclone di categoria 3 “Eloise” nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 gennaio 2021. La città, ancora duramente segnata dal ciclone Idai del marzo 2019 (di categoria 4), si è trasformata in un nuovo scenario estremo, con case scoperchiate e quartieri e strade impercorribili, tagli alle linee elettriche e di telecomunicazioni, mentre le vittime dirette, secondo fonti ufficiali, sarebbero sei

 I quartieri informali, dove le case sono perlopiù realizzate con coperture di zinco, e i campi che ospitano gli sfollati del ciclone 2019 sono quelli che hanno sofferto di più, in molti casi già provati dal passaggio, meno di un mese fa, della tempesta tropicale “Chalane” (30 dicembre 2020).  

I campi in ampie zone del Mozambico centrale – tra cui quelle più fertili del distretto di Caia vicine al fiume Zambesi – sono allagati e questo in un periodo in cui la stagione delle piogge non è ancora al termine, il che significa che le coltivazioni potranno subire ulteriori danni.  

Sono stati nuovamente danneggiati anche gli uffici della sede del CAM a Beira, invasi dall’acqua. Helder Domingos, che a Beira coordina il lavoro del CAM nell’area della gestione rifiuti solidi urbani ci racconta “E’ stato difficile per tutti rivivere la paura delle terribili giornate e notti di Idai. Questa volta il vento non è stato così forte, ma la pioggia ha fatto parecchi danni. Sono entrato in contatto con tutto lo staff, stanno bene, ma tre di loro hanno perso la casa e quasi tutti hanno subito danni. Il figlio del guardiano Lazaro è ferito alla testa. Siamo ancora senza collegamento internet e anche la rete telefonica funziona male”.

 Dopo aver colpito Beira, il ciclone si è spostato nell’entroterra, verso lo Zimbabwe e il Sud Africa, venendo riclassificato in “tempesta tropicale”. 

Ora la città è impegnata con la conta dei danni, il ripristino delle funzioni più urgenti e per scongiurare il pericolo che accompagna sempre queste inondazioni: le epidemie di colera causate dai ristagni delle acqua reflue in zone molto affollate e prive di sistemi fognari. Il CAM si è subito attivato a fianco del Municipio di Beira per i primi interventi di emergenza, collaborando per attivare la comunità nella pulizia dai detriti e il ripristino delle strade e degli edifici pubblici, con il supporto anche di Progettomondo all’interno della partnership del progetto Limpamoz, attivo nell’ambito dei rifiuti solidi urbani.

 A complicare la situazione ed a preoccupare gli abitanti e le istituzioni di Beira è inoltre il forte aumento, nell’ultimo mese, dei casi di covid-19, che in tutti questi mesi di pandemia erano stati tutto sommato limitati nel paese e più concentrati nell’area di Maputo.

La città di Beira, per le caratteristiche della sua fragile geografia costiera, continua a subire gli effetti di eventi naturali estremi, sempre più frequenti. Purtroppo si conferma come siano sempre i più vulnerabili a pagare il prezzo più caro di questi eventi, rispetto ai quali la comunità scientifica concorda che siano resi più intensi e ricorrenti a causa dei cambiamenti climatici.

 Il CAM è già all’opera a fianco del Municipio di Beira per i primi interventi di emergenza, ancora una volta accanto alle istituzioni e alla comunità di Beira.

Contribuisci anche tu attraverso la raccolta fondi attivata per questa nuova emergenza e per la fase di ricostruzione.

 ABBIAMO APERTO UNA RACCOLTA FONDI TRAMITE GOFUNDME – potete anche sostenerci direttamente attraverso un bonifico (IT53 M08304 01850 000050302139) o un pagamento online via Paypal.

Alcuni link internazionali per una rassegna stampa sull’evento.
 Reliefweb.int
BBC.com
Al Jazeera.com
Sant’Egidio.org
Greenreport.it

Il reportage da Beira di The Guardian da noi tradotto in italiano riflette sulla fragilità dei paesi più poveri, e del Mozambico in particolare, di fronte ai #cambiamenticlimatici.

Vai al Dossier Idai, dove abbiamo raccolto la cronaca, gli impegni del CAM nell’emergenza e nel lavoro di ricostruzione.