Il 2019 non si sta rivelando un anno facile per il mondo della cooperazione internazionale trentina. La proposta del consiglio provinciale di cancellare lo 0,25% del bilancio destinato al settore, proposta a dicembre e che ora si accinge ad essere approvata, ha tenuto organizzazioni e operatori ostaggi e senza certezze per molti mesi.

La proposta nello specifico mira a cancellare l’obbligo di destinare lo 0,25% delle Entrate Ordinarie della Provincia per sostenere attività dirette o indirette a favore della cooperazione internazionale. Di fatto, la Giunta, rimette la scelta arbitraria del finanziamento al Consiglio Provinciale, il quale si assume il compito di decidere anno per anno l’ammontare dei contributi che verranno concessi al settore. È inoltre imposto l’obbligo che la metà dei progetti vengano finanziati da soggetti privati.

È una scelta politica discutibile che sta mettendo a dura prova un settore considerato fiore all’occhiello della Provincia Autonoma di Trento.
56 organizzazioni, tra cui il CAM, hanno deciso di riunirsi per contribuire attivamente alla costruzione di una visione strategica e di politiche in grado di orientare e dialogare con la Provincia stessa. Il 15 giugno è nata dunque FArete!

Lo scorso 23 luglio, FArete ha indetto una manifestazione in piazza Dante, davanti ai palazzi amministrativi, per farsi sentire dalla Giunta e dall’assessore competente e per ribadire l’importanza del lavoro svolto ogni giorno da un folto numero di associazioni distribuite sul nostro territorio che operano in tutto il mondo.

Al momento, gli emendamenti che cercano di introdurre correttivi a tale decisione proposti dalle opposizioni sono stati respinti. Le richieste di applicare il taglio di fondi in misura graduatoria proposta da FArete per permettere alle associazioni di adeguarsi alla nuova ed improvvisa situazione e cercare nuove risorse e nuovi finanziatori, non sono state ascoltate.

La cooperazione è una ricchezza, gli ostacoli politici non possono interrompere il lavoro fatto in tutti questi anni.
Restiamo uniti, restiamo solidali